Lo Yoga può rallentare gli effetti dello stress e dell’invecchiamento, secondo alcuni studi.
Una pratica regolare dello yoga può rallentare, o addirittura invertire, gli effetti negativi dell’invecchiamento.
Due nuovi studi suggeriscono che praticare yoga con regolarità può rallentare l’invecchiamento fisico e contrastare l’impatto dannoso dello stress a livello cellulare e del DNA. Molte condizioni, come la depressione, l’infertilità e le malattie cardiache, sono associate a un invecchiamento cellulare accelerato. Queste ricerche si aggiungono a un crescente numero di evidenze scientifiche che indicano come lo yoga possa rallentare, e in alcuni casi invertire, gli effetti negativi dello stress e dell’invecchiamento accelerato su corpo e mente.
I principali indicatori dell’invecchiamento cellulare sono i danni al DNA, l’accorciamento dei telomeri e lo stress ossidativo. I telomeri sono le estremità protettive dei nostri cromosomi, simili ai cappucci di plastica che impediscono ai lacci delle scarpe di sfilacciarsi. Lo stress ossidativo è un processo dannoso che provoca danni al DNA e accorcia i telomeri, rendendo il materiale genetico instabile.
Un altro processo che danneggia il corpo è l’infiammazione cronica. Gli scienziati definiscono “inflammaging” l’infiammazione cronica e di basso grado legata all’invecchiamento. L’inflammaging è stata riscontrata in condizioni come infertilità, obesità e depressione, e può indebolire il sistema immunitario.
In uno studio pubblicato sulla rivista Oxidative Medicine and Cellular Longevity, i ricercatori hanno osservato che 12 settimane di yoga rallentano l’invecchiamento cellulare. Il programma prevedeva 90 minuti di yoga — con posture fisiche, respirazione e meditazione — cinque giorni a settimana per dodici settimane. I ricercatori hanno misurato alcuni biomarcatori dell’invecchiamento cellulare e dello stress prima e dopo il programma, riscontrando un rallentamento dei segni di invecchiamento cellulare e una riduzione dell’infiammazione nel corpo. Gli stessi studiosi stanno conducendo ulteriori ricerche che suggeriscono che lo yoga possa contrastare anche gli effetti fisici della depressione.
Esistono molti tipi di biomarcatori nel sangue che permettono di misurare il livello di inflammaging nel corpo. Il cortisolo, ad esempio, varia durante la giornata in base al ritmo circadiano, ma livelli basali elevati sono un segnale di stress cronico. Quando una persona è sottoposta a stress prolungato, il cortisolo diventa meno variabile, segnalando un’attivazione eccessiva del sistema nervoso simpatico (la cosiddetta risposta “lotta o fuga”). Un altro biomarcatore importante è il BDNF (fattore neurotrofico derivato dal cervello), che regola la neuroplasticità e favorisce lo sviluppo cerebrale. I livelli di BDNF risultano più bassi in persone affette da depressione, ansia o Alzheimer.
In un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, i ricercatori hanno scoperto che un ritiro yoga di tre mesi riduce lo stress e l’infiammazione nel corpo. Il programma prevedeva posture fisiche, pratiche di respirazione controllata e meditazione seduta. Ogni giorno si praticavano circa due ore di meditazione seduta, da una a due ore di attività fisica e un’ora di canto. I livelli di BDNF, che sono significativamente più bassi in persone con depressione e ansia, sono triplicati dopo il ritiro. Inoltre, sono aumentati i marcatori antinfiammatori protettivi, mentre sono diminuiti quelli pro-infiammatori dannosi. I partecipanti hanno anche riportato una riduzione dei sintomi fisici, della depressione e dell’ansia.
Questi due studi rafforzano l’evidenza biologica secondo cui lo yoga può rallentare, e in alcuni casi invertire, gli effetti negativi dello stress e dell’invecchiamento accelerato sul corpo. Anche se un ritiro yoga intensivo può non essere praticabile per tutti, praticare yoga per due o tre ore a settimana può comunque apportare significativi benefici alla salute.
Articolo tratto dal sito yogaalliance.org.